domenica 5 agosto 2012

Sale la tensione nel Sinai egiziano

Fondamentalisti islamici armati di missili RPG ed esplosivi sono penetrati in una caserma egiziana nel Sinai, uccidendo 15 soldati e impossessandosi di due veicoli blindati, con i quali hanno tentato un'incursione in territorio israeliano. Sono stati intercettati dall'aviazione di Gerusalemme - allertata dai servizi segreti interni circa una possibile incursione - che ha evitato ulteriore spargimento di sangue.
Il tentativo di invasione, bloccato in tempo, presumibilmente in risposta all'episodio di questa mattina: sempre l'aviazione con la stella di David ha intercettato due terroristi, responsabili dell'attentato di giugno in cui ha perso la vita un operaio arabo-israeliano che lavorava alla barriera difensiva al confine fra il Sinai egiziano e Israele.
I terroristi sono stati uccisi prima di sferrare un nuovo attentato.
Il presidente egiziano Morsi ha ordinato la chiusura dei tunnel illegali che collegano Egitto a Gaza, e attraverso il quale passano armi e munizioni. Morsi resta in contatto con l'esercito israeliano, secondo un portavoce dell'IDF, che ha escluso un nesso con lo strike di questa mattina nel sud della Striscia di Gaza da parte dell'IAF.
Nel frattempo da Gaza continuano a piovere decine di colpi di mortaio verso le famiglie residente nel meridione d'Israele.
Hamas condanno l'assalto palestinese ai danni della caserma egiziana, costato la vita a 15 soldati. Ma ciò non ha impedito a Morsi di chiudere a tempo indeterminato il valico di Rafah che collega ufficialmente Egitto a Gaza.

Prevedile ora il balletto delle responsabilità e delle manomissioni della verità. Tuttavia, obiettivamente, fra terroristi che hanno già ucciso un civile che compiva il suo lavoro, che hanno ucciso 15 soldati, che hanno tentato lo sfondamento di un valico di uno stato straniero, e che continuano ad attentare alla vita di centinaia di famiglie; e uno stato che difende i suoi figli, colpendo con precisione chirurgica due dei citati terroristi - senza coinvolgere alcun civile - appartenenti al braccio armato del "Comitato di Resistenza Popolare" (vicini agli estremisti salafiti), già responsabili di un attentato e in procinto di sferrare un nuovo attacco, non è difficile con chi schierarsi.
Resta il problema di una penisola del Sinai sempre più chiaramente preda delle scorribande di fondamentalisti legati ad Al Qaeda e alle frange più estreme del terrorismo islamico. Si può fare sforzo di comprensione quando Hamas dichiara la propria estraneità, sebbene armi e munizioni non arrivino a Gaza senza il benestare dell'organizzazione che la governa dal 2006; tuttavia il pericolo per i civili derivante dal sostanziale disimpegno egiziano successivo alla caduta di Mubarak è sempre più evidente.

Aggiornamento del 06 agosto, ora 08.40.
Debka questa mattina solleva l'ipotesi che il commando che ieri ha ucciso 16 soldati egiziani, impossessandosi di due mezzi pesanti con cui ha assaltato il valico di Kerem Shalom, prima di essere neutralizzato, sarebbe stato organizzato dall'Iran. Mentre un Morsi apparentemente bellicoso convoca i vertici militari e giura vendetta nei confronti di Hamas, presunto responsabile per l'Egitto; e mentre Israele punta il dito contro gli estremisti salafiti presenti nella Striscia di Gaza; secondo il sito vicino all'intelligence israeliana Teheran avrebbe coordinato gli estremisti palestinesi della Jihad Islamica e una cellula di Al Qaeda, che sarebbero penetrati nel Sinai attraverso i numerosi tunnel illegali scavati da tempo.
Nel frattempo, un portavoce dell'esercito esclude che l'assalto sia collegato ad una qualche forma di vendetta per l'eliminazione di due terroristi nel sud della Striscia di Gaza ieri mattina. In effetti pare improbabile che in poche ore sia stata armata e organizzata una simile missione, che aveva fra gli altri anche l'obiettivo di sequestrare soldati israeliani.

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