lunedì 27 agosto 2012

Siamo tutti con Aya

L'ostilità quotidiana che il regime di Hamas manifesta nei confronti della popolazione civile israeliana - 27 razzi, missili e colpi di mortaio lanciati nell'ultimo mese; 533 dall'inizio dell'anno - non esclude momenti di grande umanità e solidarietà. Nei giorni passati diecine di migliaia di palestinesi hanno potuto varcare il confine israeliano e recarsi in visita a Gerusalemme, a Tel Aviv e ad Haifa. Spontaneamente, allegramente, pacificamente. Musulmani hanno potuto mischiarsi ad ebrei nei centri commerciali, per le vie della città, sulle spiagge, senza alcun incidente.
Si è trattato di un gesto significativo, pur tenendo conto dei rischi a cui sono sottoposte le famiglie israeliane: il ricordo degli attentati suicidi, delle bombe fatte deflagrare nei bar e nei luoghi pubblici è ancora vivido. Ma ciò non impedisce di prestare soccorso a chi ne ha bisogno.

Il canale televisivo "Channel 2" si è occupato del caso di Aya, una bambina palestinese di appena 6 anni, malata di leucemia ad uno stadio avanzato. La bambina è ricoverata da tre mesi presso una clinica israeliana. Il suo desiderio era di lasciare per un giorno la sua cameretta per conoscere il mare. Il caso di Aya è disperato, le cure non sortiscono gli effetti desiderati, e l'umore della bambina e della sua famiglia è sempre più depresso.
L'intervento di un'ambulanza con la stella di David ha permesso di realizzare il suo desiderio, e dopo un'ora di viaggio sono arrivati a Tel Aviv - Jaffa. Qui la piccola Aya è tornata a gioire: le onde delicate del Mediterraneo hanno accarezzato le sue piccole gambe, ha ritrovato l'umore giusto per cantare, e si è concessa in serata una pizza. E' tornata a sorridere. E noi con lei. Tanti cari auguri, piccola.

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