Chi non vuol la pace in Medio Oriente?

Incauti organizzatori. Il prossimo 5 giugno è previsto il concerto dei Green Day a Roma. In tutto il mondo si celebra la Giornata dell'ambiente. A Taranto si terrà un'infuocata assemblea presso l'ILVA, mentre Red Canzian suonerà a Brescia. Ma su tutto questo si può sorvolare.
Ciò che per Manlio Di Stefano, pittoresto deputato del partito "Movimento Cinque Stelle" è intollerabile, è che il governo di Gerusalemme abbia organizzato il calcio d'inizio dei Campionati Europei di Calcio Under 21 nello stato ebraico, proprio il 5 giugno 2013: è la ricorrenza della famosa Guerra dei Sei Giorni, che lo stato ebraico combatté contro gli stati di Egitto, Siria e Giordania, che si accingevano a scatenare una massiccia offensiva che avrebbe quasi certamente decretato la scomparsa di Israele. Come si ricorderà, dal 5 al 10 giugno 1967 la reazione difensiva nei confronti dei vicini stati arabi portò sotto il controllo di Israele le Alture del Golan, il Sinai e la Striscia di Gaza; questi ultimi (ri)consegnati rispettivamente ad egiziani e palestinesi, in cambio di un traballante trattato di pace e di una belligeranza pressoché quotidiana. Ma fa sorridere la sorridere per la beata ignoranza l'interrogazione del deputato grillino, che invoca da parte del nostro governo una presa di posizione in concomitanza con un evento che, possiamo immaginare, avrà ribalta mediatica tale da mettere in ombra le assurde rivendicazioni degli antisionisti. Triste rilevare come un partito che goda dei consensi di 1/4 degli italiani, finisca per allinearsi alle posizioni integraliste degli estremisti islamici e del terrorismo. Condivisibile a tal riguardo la denuncia di Rights Reporter.

Rispetto. Una parola tanto invocata quanto ignorata dagli odiatori professionali e a tempo pieno di Israele. Come si fa a provare simili sentimenti nei confronti dell'unico stato mediorientale che promuove "a tutto campo" (è il caso di dire) tolleranza, integrazione e reciproco rispetto? Basti dare un'occhiata alla formazione delle giovani promesse israeliane che scenderanno in campo il prossimo mese per rendersene conto: prevalgono ovviamente giocatori di etnia e lingua ebraica, ma non mancano calciatori arabi e drusi. D'altro canto, 1/5 della popolazione israeliana è arabo, e nessuno pensa di lasciare la nazionalità dello stato ebraico per prendere in un futuro un eventuale passaporto palestinese.
Ma per rendersi conto di quanto sia remota la prospettiva di una pace fra arabi ed israeliani, basti citare la reazione scomposta e fuori luogo da parte palestinese alla proposta, avanzata dal Barcellona, di organizzare questa prossima estate una partita amichevole con una formazione composta appunto da calciatori israeliani e palestinesi. Un'idea originale ed eccitante, per promuovere la pace. Ma l'iniziativa è stata cancellata per le "obiezioni" palestinesi (H/t: Israellycool). E chi ha avuto da obiettare nei confronti di questa simpatica iniziativa? proprio lui: Jibril Rajoub, quello che con la bava alla bocca ha affermato che se disponesse di una bomba atomica, non esiterebbe un istante a lanciarla su Israele. E qualcuno si interroga perché, dopo 65 anni, non si raggiunga la pace fra Israele e palestinesi...