giovedì 31 luglio 2014

Il mito di Gaza "prigione a cielo aperto"

Bancarelle di frutta presso un mercato di Gaza
di Yarden Frankl*

Quasi tutti i media che si occupano del conflitto in corso, parlano di un "assedio di Gaza", o di un "blocco di Gaza", che Israele presumibilmente avrebbe istituito da quando Hamas ha assunto il potere (nel 2007, dopo sanguinoso colpo di Stato, NdT). Ecco alcuni esempi più recenti:

«Ma Israele è accusato per aver sigillato i confini, con organizzazioni umanitarie che affermano che il blocco ha privato (Gaza) di forniture di base, creando una crisi umanitaria» (CNN).

«Per Hamas qualsiasi accordo deve prevedere quella che definisce la "rimozione del blocco", che avrebbe trasformato Gaza in una prigione a cielo aperto negli ultimi otto anni» (CNN).

«Anche prima della guerra, la situazione umanitaria a Gaza era precaria. Il blocco israelo-egiziano, finalizzato ad indebolire Hamas, ha decimato l'economia, con metà della popolazione che dipende dai buoni alimentari» (New York Times).

«Hamas, che controlla Gaza, afferma che non cesserà le ostilità fino a quando il blocco, posto in essere da Egitto ed Israele, sarà rimosso» (BBC).

Tuttavia, ci sono alcuni aspetti rilevanti che devono essere citati quando si esamina la questione dei confini:

1) Quando Hamas ha assunto il potere nel 2005, ha apertamente dichiarato la sua ostilità, lanciando migliaia di missili verso Israele. Esiste un solo paese sulla Terra che in situazioni di conflitto avrebbe mantenuto aperte le frontiere?


2) Il blocco non riguarda in alcun modo beni di prima necessità, alimentari, farmaci e altri aiuti umanitari. Da quando Hamas ha assunto il potere, quasi ogni giorno i valichi al confine sono attraversati da autoarticolati provenienti da Israele. Non ci sono rapporti di denutrizione o malattie epidemiche a Gaza. Anche durante l'attuale conflitto, le forniture di aiuti umanitari sono garantite ogni giorno. Quando mai si è visto che uno stato aggredito, si preoccupa di fornire all'altro stato alimenti e assistenza sanitaria?
3) Ancora: se i confini fossero effettivamente sigillati, come mai Hamas riesce ad importare qualcosa come 800 tonnellate di cemento e 10.000 razzi? pensate per un momento a quante scuole, quanti ospedali e quanti appartamenti avrebbero potuto essere costruiti, al posto delle postazioni belliche e dei tunnel scavati nei pressi del confine...

Un supermercato ben assortito a Gaza, nella testimonianza di una corrispondente di Al Jazeera

Questo per sottolineare come non vi sia un blocco totale a Gaza. Ciò non toglie che Israele compia ogni sforzo per prevenire che materie prime ad uso potenzialmente bellico possano entrare a Gaza per finire nelle mani di Hamas. Se le attuali restrizioni non hanno impedito comunque ad Hamas di costruire un arsenale di circa 10.000 fra missili e razzi, creando oltre 30 tunnel (quelli al momento scoperti e distrutti, NdT); chissà cosa potrebbe succedere se i valichi fossero interamente schiusi.

* 3 Important Things to Know about the "Gaza Siege"
su HonestReporting.com.

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