venerdì 17 maggio 2013

Pollo fritto a Gaza e altre tragedie meno serie

Scoppia la mania del fast food a Gaza. Beh, "fast" è un modo di dire, dal momento che il pollo fritto della KFC deve attraversare i tunnel clandestini scavati al confine fra l'Egitto e la Striscia di Gaza - quelli che il governo di Morsi fa saltare in aria con l'aviazione, o allaga con l'esercito - per giungere a destinazione. Il cibo così tanto occidentale arriva alle case dei palestinesi dopo alcune ore, ma che importa? vale la pena di aspettare per gustare questa prelibatezza.
E pazienza se la consegna di un KFC Family Meal comporta un costo di 80 lire egiziane - quasi 10 euro: quel pasto li merita tutti. Il problema è che bisogna provvedere anche alle spese di consegna: ragionevolmente, vista la strada da percorrere e i rischi che si attraversano. In tutto fa l'equivalente di 18 sterline, annota solerte il Sun: ovvero, 21 euro. Ma non ci avevano detto una volta che a Gaza se la passavano male? ci deve essere non poca gente con il portafoglio gonfio, se si può permettere il lusso di farsi mandare il pollo americano al domicilio.

Non si vuole far passare la tesi secondo cui a Gaza la vita è facile. Non lo è per tutti: specialmente per le donne recluse nei carceri locali (il cui sciopero della fame non interessa a nessuno, supponiamo; a meno che si improvvisino calciatori o sportivi, e denuncino un qualche sorpuso israeliano). Il carcere femminile di Gaza fa registrare in questo momento il più elevato numero di "ospiti" da quando è stato inaugurato nel 2007. Tre le tipologie di detenute: ladre, sospettate di collaborare con il nemico, e responsabili di "crimini morali".
Quest'ultimo reato (prostituzione e sesso extramatrimoniale) è quello più sanzionato con la detenzione. Il capo del carcere lamenta questa deprecabile lascivia ad una scarsa consapevolezza fra la popolazione dei precetti religiosi. Quanto alla prostituzione, spesso è il marito ad indurre la coniuge a guadagnare il marciapiede. Adesso perlomeno potrà mangiarci su un bel pollo fritto.

Su questo tema però non si dovrebbe scherzare. Le organizzazioni umanitarie e le ONG pensano a ben altro, tutte intente come sono a colpevolizzare il vicino Israele anche per la forma non propriamente sferica della Terra. Il blog Elder of Ziyon argutamente rileva oggi una tragica realtà: i bambini palestinesi sono vittime di abusi sessuali da parte dei giordani. Si da il caso che l'UNRWA, l'agenzia tutta particolare delle Nazioni Unite, specializzata da decenni nel perpetrare la triste condizione dei rifugiati palestinesi; abbia pubblicato un libretto in cui magnifica la destinazione dei fondi raccolti (la campagna per il 5xmille è arrivata anche in Medio Oriente). E fra le pieghe di questa pubblicazione, a proposito dei campi profughi in Giordania, si legge che «318.000 dollari sono stati impiegati per fornire agli studenti un ambiente di apprendimento SICURO» (maiuscole del Borghesino, NdR). Se non fosse sufficientemente chiaro, precisa più avanti l'UNRWA: «un rischio aggiuntivo, per bambine e bambini palestinesi, è quello di subire molestie o veri e propri abusi, all'interno dei bagni delle scuole».
E' ripugnante che una simile denuncia venga proposto quasi sottovoce, con nonchalance; anziché urlarla al mondo con tutto il fiato in gola. Non vorremmo mai che si arrivi a credere che le torture, le umiliazioni, le vessazioni e le crudeltà subite da palestinesi, per mano di altri arabi, siano taciute perché non politicamente corrette o ritenute non di interesse generale...

Cosa ci può essere di peggio? per esempio, la Croce Rossa Internazionale, silente in tutti gli anni di sequestro di Gilad Shalit, e non proprio organizzazione lodevole negli ultimi tempi; che decide di onorare 150 criminali e terroristi palestinesi, ospiti delle carceri israeliane, piantando per ognuno di essi un albero. L'iniziativa è pensata per i detenuti più spregevoli: coloro che scontano l'ergastolo o una prolungata pena detentiva per strage o omicidi multipli. Ovviamente, dopo regolare processo in cui non di rado hanno ammesso candidamente le rispettive colpe.
All'iniziativa ha partecipato Giorgio Ferrario, in qualità di rappresentante della Federazione Internazionale della Croce Rossa. Si poteva chiedere al nostro connazionale il parere in merito alle donne palestinesi che marciscono nelle putride carceri della Striscia di Gaza, per essere state costrette a prostituirsi dai mariti, o per aver condiviso con un uomo la propria intimità senza essere coniugati; ma temiamo di conoscere la risposta sprezzante e disinteressata...

1 commento:

  1. E oltre che sono assediati, oltre che stanno in una prigione a cielo aperto, oltre che muoiono di fame, oltre che vivono sotto occupazione, oltre che gli stanno giudaizzando Gerusalemme, gli vorresti togliere anche il pollo fritto?! Ma allora dillo che sei proprio la malvagità fatta persona!

    RispondiElimina