L'Egitto starebbe lavorando in cooperazione con Israele per lo sviluppo dell'area confinante del Sinai, all'indomani dell'attentato terroristico in cui otto israeliani hanno perso la vita nei pressi della città turistica di Eilat, sul Mar Rosso.
A quanto pare, nel commando sarebbero stati presenti anche terroristi egiziani, il che conferma le recriminazioni del governo di Gerusalemme circa la scarsa sorveglianza dei confini, e ridimensiona le proteste del Cairo in merito all'uccisione di cinque guardie egiziane in seguito al tentativo di cattura dei terroristi da parte dell'IDF (secondo alcuni fonti i terroristi avrebbero impiegato le guardie egiziane come "scudi umani", analogamente a quanto commettono i fondamentalisti palestinesi nella Striscia di Gaza quando provocano la reazione militare israeliana).
L'altro giorno, una donna (egiziana) è rimasta ferita in seguito ad un razzo partito da Gaza in direzione Israele, e terminato "accidentalmente" sul suolo egiziano nelle vicinanze del valico di Rafah. Come risposta, il governo provvisorio egiziano starebbe rafforzando la vigilanza del confine con la Striscia di Gaza.
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