L'unica conseguenza positiva del rallentamento macro globale è stato il crollo delle quotazioni del petrolio, sceso in meno di quattro mesi da 115 a 80 dollari per barile.
Molti stati per autofinanziarsi devono vendere il greggio ad almeno 90 dollari. Così l'Iran è costretto a stringere la cinghia. E per adesso non passa più soldi ai terroristi di Hamas (non penso che basti la delusione per il mancato appoggio fornito da Hamas ad Assad per spiegare il taglio dei fondi elargiti all'organizzazione terroristica).
D'altra parte, glielo dissero a chiare lettere a Clinton ai tempi della prima elezione: "it's the economy, stupid!"
Non saranno le rivolte a mandare a casa i dittatori, di tutte le latitudini; ma è la fame. E se il petrolio continuerà a scendere, per Ahmadinejad si metterà sempre più male...
domenica 21 agosto 2011
Viva la recessione
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