martedì 8 novembre 2011

Continuano gli attacchi dalla Striscia di Gaza



Continuano a piovere missili e razzi dalla Striscia di Gaza verso Israele. Domenica un lavoratore straniero è stato ferito nei pressi di Ashkelon. Sono circa 50 i razzi sparati dai terroristi palestinesi nell'ultima settimana.
Il governo provvisorio egiziano sta facendo pressioni verso Hamas affinché cessino gli attacchi. Il Cairo si vuole legittimare come interlocutore affidabile agli occhi dell'Occidente, ma fa sempre più fatica a dissuadere il governo di Gerusalemme dal valutare provvedimenti drastici nel momento in cui la promessa di "cessate il fuoco" da parte dei palestinesi viene sistematicamente disattesa. E' vero che la maggior parte degli attacchi proviene da gruppi terroristici estremisti non direttamente riconducibili ad Hamas: questo lo sa anche il governo Nethanyahu. Ma è altresì vero che nulla accade a Gaza che non sia in qualche modo avallato dal governo di Hamas instauratosi con il colpo di stato successivo allo sgombero ordinato da Sharon nel 2005.
Dopo oltre sei anni, l'esercito israeliano sarebbe tecnicamente pronto per rimettere piede nella Striscia. Una misura che appare inevitabile se continueranno gli attacchi pressoché quotidiani nei confronti delle città meridionali di Israele. Hamas subisce da parte delle organizzazioni rivali palestinesi (i salafiti e la Jihad islamica; quest'ultima accreditata di ben 8000 uomini, armati, addestrati e finanziati dall'Iran) lo stesso trattamento da esso riservato agli uomini di Al Fatah dopo le prime e ultime elezioni a Gaza di gennaio 2006: uno scavalcamento nell'estremismo di cui però stanno facendo le spese le città israeliane meridionali. Fino a quando morte, feriti, traumi e distruzioni potranno essere tollerati?

Nessun commento:

Posta un commento