sabato 3 settembre 2011

L'Europa di nuovo spaccata di fronte all'unilateralismo palestinese



Per bocca di Sarkozy, l'Europa si loda e si imbroda per aver cacciato (!?!?) Gheddafi dalla Libia, senza il concorso degli Stati Uniti (che però hanno agito dietro le quinte, e addestrando i ribelli), e ora si vanta di poter sviluppare una politica estera comune e autonoma.
Ma sta per spaccarsi sulla prossima richiesta unilaterale di riconoscimento come stato da parte dei palestinesi, che sarà avanzata all'Assemblea Generale (n.b. non al Consiglio di Sicurezza, dove è scontato il veto degli Stati Uniti) fra poche settimane.
Svezia, Belgio, Spagna, Irlanda, Cipro, Portogallo sono favorevoli; alcuni sono addirittura entusiasti. Regno Unito e Francia sono perplessi ma propendono per l'assenso, mentre Germania, Olanda e Italia sono contrari.
Un veto al Consiglio di Sicurezza non solo ridimensionerebbe le pretese palestinesi, ma rappresenterebbe uno schiaffo in faccia all'Europa, che sicuramente arriverà ancora una volta divisa sulla faccenda.

Se io fossi Catherine Ashton, responsabile della politica estera europea, andrei dai miei amichetti palestinesi e chiederei loro di fare un passo indietro, proponendo la riapertura dei negoziati con Israele, in ossequio agli Accordi di Pace di Oslo. In caso contrario, mi preparei a presentare le dimissioni di fronte ad una imbarazzante e insanabile spaccatura...

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