mercoledì 21 settembre 2011

Una soluzione per salvare la faccia di Abu Mazen



Venerdì è atteso il voto dell'assemblea generale dell'ONU sulla richiesta dei palestinesi (o meglio: di una parte di essi. Hamas si è rumorosamente dissociata dall'iniziativa di Abu Mazen) del riconoscimento di stato. I numeri suggeriscono una elevata probabilità che lo status di Palestina sarà "upgradato", grazie alla massiccia presenza di membri musulmani nel consesso generale delle Nazioni Unite. Barack Obama hanno fatto sapere che la proposta in sede determinante di Consiglio di Sicurezza incontrerà il probabile veto degli USA.
Obama è imbarazzato: se esercita il veto, si mette contro la "primavera araba" inizialmente sponsorizzata (il famoso - poi famigerato - discorso del Cairo); se non lo esercita, perde il supporto degli ebrei d'America (per l'80% sostenitori ai tempi della sua elezione).
Al tempo stesso Abu Mazen si è spinto troppo in avanti, nonostante Hamas fosse stato contrario alla richiesta all'ONU (i palestinesi di Hamas vogliono eliminare fisicamente Israele e gli ebrei; non sono interessati alle carte bollate). Se Abu Mazen accettasse gli inviti alla ragionevolezza e si tirasse indietro, sarebbe finito politicamente e sbudellato fisicamente.

Soluzione: convincere alcuni stati africani (Nigeria) e arabi moderati (Giordania) a votare no all'AG. La richiesta "clamorosamente" non passa, malgrado le aspettative, gli USA non esercitano il diritto di veto, Abu Mazen torna a casa sconfitto ma con l'onore delle armi, potendo dimostrare alla sua gente che ci ha provato, e finalmente accetta di tornare al tavolo dei negoziati con Israele, tavolo a cui stupidamente non si è seduto quando è stato più volte invitato a farlo.

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