martedì 20 settembre 2011
L'odio antisionista fa una nuova vittima: Ahava
L'odio e l'intolleranza antisionista hanno mietuto una nuova vittima. Oggi è l'ultimo giorno di attività per il punto vendita londinese di Ahava. Il grazioso shop situato nei pressi di Covent Garden è stato costretto a chiudere i battenti dalle continue intimidazioni e aggressioni - non solo verbali - che gli odiatori di Israele gli hanno mosso a cadenza periodica: almeno ogni due sabati, e periodicamente con ostilità nei confronti delle commesse e della clientela che ha popolato questo negozio alla ricerca dei magnifici prodotti cosmetici e per la cura della pelle, ottenuti dai sali del Mar Morto.
Mentre questo negozio subiva un pesante attacco da parte di militanti filopalestinesi, le autorità locali si voltavano infastidite dall'altra parte, e gli stessi negozi confinanti mostravano indifferenza se non malcelata irritazione. Scritte ingiuriose e diffamatorie, serrature rese inutilizzabili con la colla, rumorosi sit-in con le immancabili bandiere bruciate e clienti infastiditi non hanno smosso più di tanto le coscienze locali, malgrado una sentenza del tribunale abbia affermato che l'attività svolta da Ahava è pienamente legittima, e che pretestuose siano le rimostranze dei militanti antisionisti.
La buona notizia è che presto Ahava - "amore", in ebraico - aprirà il proprio punto vendita londinese in un'altra sede. Si vociferava della zona nei pressi di Westminster ma la proprietà non conferma. In questi giorni sono promosse vendite promozionali con forti sconti rispetto ai prezzi di listino. Conosco diversi consumatori che negli anni hanno apprezzato le formidabili qualità dei prodotti Ahava. Magari un pochino costosi, ma i migliori in assoluto senza ombra di dubbio. Per informazioni si può inviare una e-mail ad Ahava London, che non mancherà di praticare il miglior prezzo possibile. Ahava da Londra spedisce in tutta Europa con un costo fisso contenuto a 5 sterline, a prescindere dal volume e dal valore del collo.
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Ora le ho viste tutte: il marketing vittimista! Dio se non esistessero i pubblcitari!? Come faremmo?
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