sabato 10 novembre 2012

Bambino palestinese ucciso dall'esercito israeliano. Forse. O forse no

La copertura mediatica dei temi del Medio Oriente è spesso caratterizzata da approssimazione, superficialità e, non di rado, malafede. Difetto di obiettività caratterizza anche una testata autorevole come la prestigiosa BBC britannica. Il solito metodo - riportare la reazione difensiva, e solo più tardi, in piccolo, la causa scatenante - si alterna ad una descrizione degli eventi viziata dalla scelta discutibile delle fonti: non di rado, di parte. Una parte gravemente viziata: con la Striscia di Gaza è in mano ad Hamas, un'organizzazione terroristica giudicata tale dall'Unione Europea, come si può credere alle informazioni rese note dal suo ministero della Sanità, sotto il diretto controllo dei fondamentalisti islamici? eppure è ciò che accade, e neanche saltuariamente.
Un epic fail, per restare in tema anglosassone. Talvolta il riconoscimento di questi reportage grossolani e grotteschi è affidato alla buona volontà di singoli privati, o di associazioni che fanno leva sulla carta dei diritti del lettore per indurre le testate giornalistiche a rettifiche però soltanto successiva e di minore richiamo: è quanto capita spesso al Guardian, non nuovo a scivoloni giornalistici talvolta anche buffi per la loro inverosimiglianza. Questa volta l'incidente occorre alla BBC, che nella sezione dedicata al Medio Oriente riporta la notizia dell'uccisione di un bambino palestinese, a Gaza, per mano dell'esercito israeliano. Le virgolette suggeriscono la possibilità che la vicenda sia stata resa nota da una fonte terza, ma bisogna leggere tutto l'articolo per comprendere che le cose non stanno affatto così.
Il principio supremo della verifica delle fonti e della veridicità delle medesime è messo ancora una volta clamorosamente da parte, quando si parla di Medio Oriente. Puntualmente, le critiche piovute inducono la testata a fare marcia indietro, a puntualizzare, a rettificare, e alla fine a riportare la notizia nella sua vera essenza. Ma ormai è troppo tardi: la maggior parte dei lettori crederà davvero alla prima lettura.
Riportiamo dunque una interessante "analisi tecnica" del reportage di BBC, da parte di BBCWatch, un'organizzazione che, come suggerisce il nome, si occupa di smascherare le bufale che l'emittente di stato britannica propina ai malcapitati lettori quando si parla di questione arabo-israeliana.

Il tratto caratterizzante dell'articolo è la mancanza di fatti concreti e di contesto. Il titolo recita: «Gaza: bambino palestinese "ucciso da fuoco israeliano"», con la porzione racchiusa da virgolette che probabilmente intende far presente al lettore che chi scrive non è certo dell'informazione. Il sotto-titolo aggiunge: «lo rivelano fonti mediche palestinesi».
Più avanti, apprendiamo che «secondo le fonti, il ragazzo, della presunta età di 13 anni, è stato raggiunto dai colpi di un elicottero armato». E che «l'esercito israeliano sta verificando la veridicità dell'accaduto».
Alla fine dell'articolo, il quadro diventa ancor meno chiaro: «non è chiaro se il ragazzino è stato ucciso dall'incidente di giovedì, ma secondo un rapporto soldati hanno trovato materiale esplosivo vicino ad un barriera di confine ad est della cittadina di Khan Younis e hanno aperto il fuoco. Un altro rapporto rivela che il ragazzo è stato ferito a morte durante uno scontro fra militanti e elicotteri israeliani».

Alla fine i lettori hanno un'idea chiara di cosa sia successo martedì a Khan Younis? non proprio: l'impressione è che un ragazzino palestinese, di nome Hamid Younis Abu Dika, è stato in qualche modo ucciso dall'esercito israeliano; con la BBC che nella fattispecie non ha avvertito l'esigenza di riportare il contesto in cui ciò sia avvenuto. In particolare si è difettato di riportare quanto segue:

«Giovedì mattina presto, soldati dell'esercito israeliano si sono scontrati con terroristi palestinesi provenienti da Gaza. Secondo le prime indicazioni, un gruppo di lavoratori nei pressi del kibbutz Nirim al confine con la Striscia di Gaza è stato attaccato, e ciò ha indotto i soldati a rispondere al fuoco. Carri armati ed elicotteri sono stati dislocati nella zona, aprendo il fuoco verso le aree sospette". L'aggressione è stata rivendicata dal Comitato di Resistenza Popolare (PRC). Il sito delle "brigate Salah a Din" del PRC si assume il merito del lancio di colpi di mortaio nei confronti dell'IDF. Giovedì sera, un soldato israeliano è stato ferito da un'esplosione rivendicata da Hamas, "in risposta" alla morte del ragazzino:


Dopo la scoperta di un enorme tunnel sotterraneo pieno zeppo di esplosivo, truppe dell'IDF sono entrate nella Striscia di Gaza: "forze di terra dell'IDF sono entrate giovedì sera nella Striscia di Gaza, dopo aver trovato un ampio tunnel pieno di esplosivo. Il tunnel scorre lungo il recinto di confine con l'enclave controllata da Hamas". Secondo un portavoce dell'esercito israeliano, soldati di una pattuglia di controllo del confine nei pressi della città di Nirim hanno trovato un tunnel clandestino a 4 metri di profondità e ampio almeno 5 metri.
Nirim era il luogo dove lavoravano gli operai colpiti dai terroristi palestinesi, al cui fuoco ha risposto l'IDF. La pattuglia che ha scoperto il tunnel è entrata nella Striscia per cercare altro esplosivo, e al ritorno, mentre richiudeva il recinto di confine, una quantitativo di esplosivo "estremamente ampio" detonava sul lato gazano del confine, provocando il ferimento di un soldato, e il danneggiamento di un veicolo, sbalzato a 20 metri di distanza»

Le esatte circostanze della ferimento di Hamid Younis Abu Dika alla fine restano sconosciute, mentre è palese che c'è un contesto molto ampio che ha preceduto la circostanza, e che la BBC non ha riportato. La decisione dei terroristi palestinesi di lanciare ripetuti attacchi nei confronti delle pattuglie di confine e degli operai al lavoro inevitabilmente sottopone a minaccia i civili dell'area, e questo aspetto non è mai sufficientemente chiarito dalle corrispondenze della BBC.
Soltanto più tardi, l'emittente britannica ha chiarito il contesto, pubblicando un nuovo articolo, leggibile qui.


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