domenica 17 aprile 2011

Lui umano voleva restare. Ma era ebreo...



Daniel Viflic, il ragazzo israeliano di 16 anni gravemente ferito dal missile anticarro sparato dalla Striscia di Gaza contro lo scuolabus nel Negev dieci giorni fa, è morto. Fatali le ferite riportate al capo.

Purtroppo per gli attentatori amichetti di Arrigoni, il vigliacco attacco non si è trasformato in una strage. Per fortuna, per chi ama la vita.
Quanti morti occorrono affinché i giornali occidentali domani riportino la notizia? dieci? cento? mille? (come l'agghiacciante slogan coniato - senza "i" - dai pacifinti italiani per celebrare le morti dei nostri soldati di Nassirya)

Alla luce del fatto che il massacro della famiglia Fogel a Itamar - marito, moglie e tre figli, fra cui una di pochi mesi, sgozzati nel sonno - non è stata ritenuta degna di essere menzionata anche in due righe di una dimenticata pagina interna da un giornale come Repubblica, c'è poco da sperare. La pietà è morta. Tranne che per i farabutti.

P.S.: Nel frattempo i due palestinesi (18 e 19 anni), responsabili della strage di Itamar in cui ha perso la vita un'intera famiglia, sgozzata nel sonno; hanno confessato di aver ammazzato la bambina di tre mesi... perché piangeva.

Sicuramente leggeremo anche di questo nei giornali di domani, magari dopo aver letto delle lacrime di Giorgio del Grande Fratello 10 che si lamenta delle ascelle sudate di Cristina dell'Isola dei Famosi 4.

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