giovedì 14 aprile 2011

Sequestrato attivista italiano a Gaza



Gaza: rapito volontario italiano


Anzitutto, il tipo è un attivista (non un giornalista, ne' tantomeno una specie di pubblicista, come vorrebbe far passare il Corriere), arrivato a Gaza con una delle flottiglie canaglia che in passato hanno portato armi e munizioni;
- second...o: il "gruppo islamico salafita" è una ORGANIZZAZIONE TERRORISTICA LEGATA AD AL QUEDA, chiamata Tawhid wal-Jihad;
- il tipo vive a Gaza da anni, il che metterebbe in discussione la favola secondo cui si tratta di una "prigione a cielo aperto"...
- a Gaza e nella Striscia non succede niente che Hamas non approvi. Difficile pensare che un soggetto venga sequestrato senza la benedizione dei terroristi;
- tanto per capire di chi stiamo parlando, il tipo era in compagnia di uno sgherro delle "Brigate di al-Aqsa": Terroristi con la lettera maiuscola;
- con il regime poliziesco-repressivo vigente a Gaza, è ridicolo (far) pensare che un soggetto, per giunta straniero, possa entrare in un Internet point e mandare e-mail all'estero. Di sicuro le sue corrispondenze sono state lette e approvate da Hamas, il che quantomeno ne ridimensiona la credibilità. Come d'altro canto è stato dichiarato ciarpame dal suo stesso autore il rapporto Goldstone redatto dall'ONU dopo la guerra di Gaza del 2008/2009;
- non arriverò a concludere che "se l'é cercata", come i suoi datori di lavoro hanno detto esplicitamente a proposito della famiglia di ebrei massacrata nel sonno a Itamar; ma certo non mi dispiacerebbe se fosse "ospite" per alcuni anni delle prigioni dei palestinesi, come è capitato a Gilad Shalit, catturato da Hamas ormai da cinque anni.

1 commento:

  1. A quanto pare i filopalestinesi di casa nostra (ci sono!) erano già pronto a fare sfoggio di delirio, sostenendo che dietro il sequestro di Arrigoni c'erano gli ebrei (n.b.: non gli israeliani, o i sionisti, o il "solito" Mossad: propro gli "ebrei").

    Immaginiamo la scena: a Gaza, un luogo pullulante di gente che non esiterebbe un secondo a sgozzare "i sionisti", entra un commando di israeliani, affitta un appartamento, ruba un auto, sequestra - non un capo di Hamas, non un militare, non un pericoloso criminale, ma - un coglioncello qualsiasi, lo uccide e tenta di svignarsela...
    La realtà, come tutti sanno, è che a Gaza non c'è l'ombra di un israeliano. Forse (speriamo) ce n'é solo uno: il povero Gilas Shalit.

    Possiamo essere certi che, come con la Sgrena, una volta tornato in Italia per rilasciare le interviste di rito, costui avrebbe addossato la responsabilità di tutti i mali del mondo (inclusi gli squali nel mar rosso) a Gerusalemme.

    E comunque l'ISM, da cui proveniva, è organizzazione riconosciuta fiancheggiatrice del terrorismo islamico, non dimentichiamolo...

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