giovedì 27 ottobre 2011

Diffamate, diffamate, qualcosa resterà


Deborah Orr, giornalista del Guardian, si è scusata per l'articolo dell'altro giorno di stampo vagamente antisemita.
Nulla di nuovo, il solito rovesciamento della verità. Israele ha liberato oltre mille criminali palestinesi, spesso rei confessi, processati e detenuti, in cambio della restituzione di Gilad Shalit, sequestrato oltre cinque anni fa e tenuto segretato in barba alla Convenzione di Ginevra.
Polemiche a non finire: la vita di una persona vale la liberazione di mille criminali dalle mani sporche di sangue? sì, è stata la risposta di Gerusalemme.
Ma la Orr ribalta la realtà: se Israele ha consegnato mille persone in cambio di una, vuol dire che ritiene che i palestinesi valgano 1/1000 la vita di un israeliano, e dunque Israele è razzista.
Come la metti e metti, Israele è sempre sul banco degli imputati. Ammissioni, scuse e riconoscimenti giungono sempre tardivi. "Diffamate, diffamate, qualcosa resterà"...

Nel frattempo Hamas rompe la tregua. Per la prima volta dopo la liberazione di Gilad Shalit, l'organizzazione terroristica palestinese ha lanciato un attacco verso la città israeliana di Ashdod, lanciando tre missili Grad.
Pronto l'intervento dell'aviazione israeliana, che ha colpito le installazioni terroristiche da cui è partito l'attacco palestinese e un deposito di munizioni. Non si registrano morti ne' feriti, ma è stata una notte di terrore per le popolazioni del sud di Israele, che hanno trovato riparo nei rifugi dopo il suono dell'allarme.
Questo il modo in cui correttamente si da' una notizia.
Sui giornali italiani invece si leggerebbe: Israele colpisce ("aggredisce", sulla Repubblica, l'Unità o il manifesto) l'inerme popolazione palestinese a Gaza (e poi, piccolo piccolo) dopo il lancio di un razzo dalla Strisca.
Come se fra i palestinesi proliferassero tanto Balotelli.
Come se sia un piacere vedersi piovere i missili Grad sulla propria testa.
Come se si possa rimanere indifferenti davanti alle distruzioni.
Come se mai l'esercito e l'aviazione israeliane abbiano colpito la Striscia di Gaza, se non per rispondere agli attacchi quotidiani e sempre più minacciosi provenienti da quell'enclave.

E sempre nel frattempo in Siria altre 27 persone sono uccise dal regime di Assad, responsabile della morte di ben oltre 3000 civili: un genocidio passato sotto il silenzio occidentale, che deve avere a particolare simpatia gli arabi mediorientali.
Dopotutto, non rimase silenzioso Giovanni Paolo II quando, in visita da quelle parti, fu ricevuto proprio da Bashar al Assad, che paragonò le "sofferenze" subite dal popolo palestinese da parte degli israeliani, alle analoghe sofferenze che gli ebrei provocarono a Gesù Cristo?...

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