sabato 1 ottobre 2011

Perché i palestinesi non liberano Gilad Shalit?



Il Congresso USA ha congelato da agosto 1/3 dei 600 milioni di dollari che annualmente versa all'Autorità Nazionale Palestinese, in ossequio agli Accordi di Oslo che hanno posto le basi per l'embrione del futuro stato palestinese. Uno stato che secondo gli auspici sarebbe vissuto in pace con i vicini, smilitarizzato, e che avrebbe perseguito la pace con il dialogo e il negoziato.
Invece da Gaza continuano a piovere razzi, missili e granate all'indirizzo delle città meridionali di Israele, mentre da Ramallah si affrettano a precisare che non riconosceranno mai lo stato di Israele. Che dialogo ci potrà mai essere con chi si rifiuta di riconoscere la controparte? gli accordi non si sottoscrivono in due?
La decisione degli Stati Uniti di congelare una parte dei finanziamenti è logica e coerente. La dirigenza di Gaza è nelle mani di Hamas, un'organizzazione terroristica riconosciuta come tale dall'Unione Europea e dagli Stati Uniti di Obama. Un conto è versare denaro per il sostentamento della popolazione; uno conto è farlo per consentire ai terroristi palestinesi di acquistare armi e munizioni dall'Iran, sponda Siria. Soprattutto, l'unilateralismo della dirigenza palestinese del West Bank (Hamas stigmatizza l'iniziativa di Abu Mazen. Logico: loro non vogliono uno stato di Palestina: vogliono la cancellazione totale di Israele. E' scritto nel loro atto costitutivo) va in direzione opposta agli Accordi di Pace di Oslo. Disconoscendo quel trattato, Abu Mazen condanna la popolazione palestinese ad un drammatico passo indietro. La pace si allontana.

P.S.: Come gesto di buona volontà per l'avvio dei negoziati "di pace", i palestinesi non potrebbero rilasciare Gilad Shalit, il soldato israeliano sequestrato più di cinque anni fa e ora nascosto in un covo di Hamas a Gaza?
Sono sicuro che gli israeliani in cambio sarebbero ben contenti di sospendere la costruzione di case a Gerusalemme (perché poi interessi così tanto non lo so...)

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